Localizzazione: Genova – via Lomellini 12
Descrizione: La chiesa, il convento e l’oratorio, nati in tempi differenti, ma con unitarietà d’intenti, accentuano nel tratto terminale della via il carattere monumentale della strada.
Il lascito di Camillo Pallavicini, deceduto a Palermo nel 1644, costituisce la base finanziaria utilizzata per la costruzione del complesso. Al 1674 si fa risalire la data di inizio dei lavori del nuovo edificio.
Le fasi costruttive proseguono con acquisizioni e demolizioni di case per far posto al nascente e più vasto complesso. Nel 1712, si avviano i lavori di decorazione nella struttura terminata. Sulla paternità del progetto viene fatto il nome di Pietro Antonio Corradi. È del 1721 la consacrazione della chiesa, mentre nel 1738 viene realizzata la facciata e nel 1746 si colloca la realizzazione dell’oratorio e del convento soprastante.
Nel 1860, il complesso, a causa delle leggi di espropriazione delle congregazioni religiose passò al Demanio, nel 1867 al Comune e l’anno successivo venne riassegnato in uso ai padri filippini. Attualmente, chiesa, oratorio e convento sono in parte di proprietà comunale in parte della Congregazione.
L’interno della chiesa è formato da un’aula con altissima volta a botte (m 19,60) aperta da due lunette per parte e conclusa dall’abside. Sui lati, si aprono due cappelle entro un arcone fiancheggiato da due archi minori, il tutto arricchito da un apparato decorativo ad affresco, stucchi dorati e marmi con la presenza costante della stella a otto punte, emblema araldico della famiglia di San Filippo Neri e simbolo dei Filippini. Tutti gli altri elementi, le cappelle riccamente decorate, il presbiterio, il pavimento composto di marmi multicolori, gli arredi lignei, un prezioso organo dei Serassi contribuiscono a creare una scenografia tipicamente barocca. L’oratorio si sviluppa a pianta ellittica utilizzando, come la vicina chiesa, un ricco apparato a stucco dorato, quadrature dipinte, marmi e complementi lignei. (MM-GP)
Il lascito di Camillo Pallavicini, deceduto a Palermo nel 1644, costituisce la base finanziaria utilizzata per la costruzione del complesso. Al 1674 si fa risalire la data di inizio dei lavori del nuovo edificio.
Le fasi costruttive proseguono con acquisizioni e demolizioni di case per far posto al nascente e più vasto complesso. Nel 1712, si avviano i lavori di decorazione nella struttura terminata. Sulla paternità del progetto viene fatto il nome di Pietro Antonio Corradi. È del 1721 la consacrazione della chiesa, mentre nel 1738 viene realizzata la facciata e nel 1746 si colloca la realizzazione dell’oratorio e del convento soprastante.
Nel 1860, il complesso, a causa delle leggi di espropriazione delle congregazioni religiose passò al Demanio, nel 1867 al Comune e l’anno successivo venne riassegnato in uso ai padri filippini. Attualmente, chiesa, oratorio e convento sono in parte di proprietà comunale in parte della Congregazione.
L’interno della chiesa è formato da un’aula con altissima volta a botte (m 19,60) aperta da due lunette per parte e conclusa dall’abside. Sui lati, si aprono due cappelle entro un arcone fiancheggiato da due archi minori, il tutto arricchito da un apparato decorativo ad affresco, stucchi dorati e marmi con la presenza costante della stella a otto punte, emblema araldico della famiglia di San Filippo Neri e simbolo dei Filippini. Tutti gli altri elementi, le cappelle riccamente decorate, il presbiterio, il pavimento composto di marmi multicolori, gli arredi lignei, un prezioso organo dei Serassi contribuiscono a creare una scenografia tipicamente barocca. L’oratorio si sviluppa a pianta ellittica utilizzando, come la vicina chiesa, un ricco apparato a stucco dorato, quadrature dipinte, marmi e complementi lignei. (MM-GP)
Descrizione fornita dalla Soprintendenza
Oggetto del restauro:- finestre lignee del vuoto del piano terra e primo piano
- tetto in abbaini d'ardesia
1 Demolizione/rimozione
manto in abbadini.
- rimozione
parziale del manto in abbadini di ardesia sulla falda del tetto in corrispondenza
delle risvolte sui corpi di fabbrica (lato chiesa e lato oratorio), comprese le
lastre verticali che proteggono le risvolte;
- scrostatura
eventuale delle porzioni d’intonaco sulle pareti verticali delle risvolte;
- verifica
degli elementi che costituiscono le risvolte impermeabili, della loro funzionalità
e del loro stato conservativo, verifica dello stato di usura del tavolato, eventuale
rimozione e sostituzione con tavole identiche per qualità e dimensione;
- spazzolatura
e idrolavaggio accurati dei supporti;
- la ditta
dovrà costantemente tenere a disposizione teloni impermeabili da utilizzare
a protezione del tetto nel caso di precipitazioni
piovose;
- deposito
a terra degli abbadini d’ardesia per il successivo riuso;
- la
precisa consistenza dei manufatti descritti verrà puntualmente definita in
corso
d’opera
dopo l’installazione dei ponteggi.
2 Demolizione
intonaci deteriorati.
Scrostatura dello strato marcescente, fessurato o
tendente al distacco degli intonaci in malta a base calce o altre componenti
dei muri del cavedio, sino al raggiungimento delle porzioni sane sottostanti,
nel caso di marcescenza totale dell’intonaco raggiungimento del pietrame/mattone
pieno della muratura.
Spazzolatura e idrolavaggio accurati dei vari
supporti.
3 Rimozione della
membrana ardesiata.
Rimozione della membrana bituminosa ardesiata
costituente strato impermeabile di protezione della falda del piccolo corpo che
permette l’accesso al cavedio lato oratorio.
4 Smontaggio
finestre
Smontaggio delle due finestre lignee della
saletta di riunione e del locale retrostante l’oratorio, con tutti i riguardi
del caso, fotografia e numerazione di tutte le componenti, deposito a terra in
luogo protetto per la definitiva asportazione del restauratore.
Protezione delle aperture con teloni di plastica
al fine di impedire infiltrazioni di acque piovane nella sacrestia.
Opere edilizie:
1 Manto in
abbadini d’ardesia
Rifacimento delle risvolte impermeabili con l’uso
di converse in rame o altro materiale dichiarato idoneo dalla Soprintendenza
con la formazione di scanalatura sull’intonaco della parete verticale di circa
cm 30 dal colmo (lato chiesa) o dall’imposta della falda (lato oratorio).
Rifacimento degli intonaci con malte a base calce
sulle pareti dei muri.
Si richiede la fornitura di sacchi di
premiscelato Macrocox della Peter Cox.
Posa delle lastre di ardesia verticali a
protezione delle risvolte recuperando quelle già rimosse.
Posa degli abbadini di ardesia rimossi e
sigillatura di calce bianca.
Realizzazione di nuovo manto in abbadini di
ardesia sulla falda del piccolo corpo di accesso al cavedio, previa verifica ed
eventuale rifacimento del massetto delle pendenze con malta di calce e cemento,
con le seguenti caratteristiche:
- fornitura
e posa del manto in abbadini di ardesia delle dimensioni di 57x40x1,0 cm
di prima scelta, fissati a calce bianca, comprese
le risvolte impermeabili sulle pareti verticali già descritte ed eventuali
riprese d’intonaci e tinte.
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